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MARCELLO PIRRO Poeta

In questa sezione trovate un estratto dell'attività artistica di Marcello Pirro, nel campo della poesia  

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“Se non dovessi tornare sappiate

Che non sono mai partito:

Che il mio  viaggiare fu tutto un restare qua,

Ove non fui mai”.

Marcello Pirro in una foto di Maxime Godard

*

L’OCCHIO DELL’EMIGRANTE
1975/1976

L’occhio dell’emigrante è grato alla tristezza

i flussi e riflussi portano a galla vecchie brame

il trifoglio segna le maree

un vento caldo, senza memorie e limiti

trasforma queste strade di acqua e di pietra

in spazi indefiniti di stoppie.

 

Dicono che solo il contadino e l’uomo di mare

possono senza riserva a sazietà fissare

la spiaggia nativa e la collina natale

lamentare reumi e calli alle mani

senza scadere in dignità nel cuore.

 

Dicono anche che tempo e febbri

rendono effimera ai pensativi l’infanzia

accorciano i confini tra anima e corpo agli amanti

dicono che la bellezza è effimera

che se l’alba si porta via le visioni

l’occhio e il cuore non devono temere

di sostare all’ombra del carrubo.

*

LETTERA A MIO PADRE
(Gargano - Venezia)
1968/1974

Padre non ti ho scritto un rigo che sono mesi

non ho avuto una parola dolce

un gesto qualcosa di pubblico insomma

che ti facesse dire mio figlio è diverso.

 

Ti ho avuto tutto questo tempo nel cuore

ho rievocato, con pochi intimi,

la nostra passione per la terra gli ulivi i cavalli.

 

Eri buon cacciatore perciò mi schierai con le bestie

partii per farmi diverso.

 

Non ho mai tradito quelle bocche di fucile

sulla bocca del mio stomaco. Poco di nuovo:

la necessità, che conosci di resistere

fino a pagare tutti i debiti di gioco

fino al giorno che avrò il coraggio

di rivolgere quelle canne di fucile

in direzione dei corvi, delle canaglie

e/o farmi esplodere lo stomaco.

 

Ti basti sapermi vivo al lavoro

abbracciami, ti prego, mamma Teo e Lela

voglimi bene

*

DELLA MIA TERRA
1956

In Puglia le rose hanno vita breve

Si ritrova solo il ricordo del colore

e un profumo leggero nell’aria:

aborti di questa terra di titani

dove solo l’ulivo è duraturo

*

MULINELLI

L’eterno latrare dei cani mi accompagna

e i miei sonni sono irrequieti come le veglie

e luci e ombre nel frenetico rincorrersi mi limano.

 

La fine limatura facile si disperde

 

Quando mi volgo indietro

- con gli occhi gonfi di sonno -

non riconosco nella polvere che mulinella

la parte di me che è già volata

ma nei mulinelli

i miei inquieti sonni e le veglie.

*

LETTERA AD UN AMICO INSICURO
(Anchise ed Enea)

Il risultato finale non è la fine

Anchise ed Enea hanno scuoiato una capra

Si sono Anchise ed Enea costruiti i sandali

Anchise ed Enea si sono leccate le ferite per guarirle

Ora camminano scalzi Padre-Figlio

Cantano l’ultimo canto del cigno

*

PARIGI - VENEZIA 1999-2000
(Variazioni sul tema)

Se fiutare il dolore come fosse tabacco

Fosse la soluzione

Avrei risolto molti problemi

Soprattutto il mio e il vostro

 

Un giorno sarà quel giorno

Fiuterò il dolore come fosse tabacco

E sarà la fine

 

Fiuto come un cane da caccia

La beccaccina

Fiuto il dolore come fosse tabacco.

Era venerdì, forse no, dell’anno non ricordo

A Parigi ero a Venezia

LA Senna il Canal Grande

Il canale della Giudecca la Loira

Erano barche le barche

Cercavo le gondole

Dovevo venire a Parigi per sentirti vicina

Per voler tornare.

 

Le tue pietre umide e sudaticce

L’odore marcescente dei canali

La sinuosità impagabile dei rii

Le luci le ombre le calli complici

Lo sforzo doloroso dei reumi al remo

Tra amori e dissapori mi riconducono

A te Venezia

Da figlio ribelle e amoroso.

 

Occhi di cielo-mare

Amore quanto mi costi

Se ancora tra risa isteriche e ortiche

Ti cerco per l’ultimo saluto

 

E’ amore questo che mi ricatta

Quello che scalda il ferro e lo modifica

Che cerca tra il filo e il filo spinato

Il bocciolo mai sfogliato

Quel polline che il miele di marzo

Preannuncia.

 

Quell’alveo tra corpi putrescenti

Negli occhi liquorosi dei sofferenti

In quelli cisposi e assenti dei vecchi

Nelle rughe mai chiarite delle fronti

Quello è disperatamente amore

- Amore si chiama.

 

Farò anche questo mon amour

Per amore

Se la disperazione busserà alla porta

Lancerò una moneta contro il muro

E palmo dopo palmo conterò i giorni a venire-

 

Il mio vecchio cane mai stato alla catena

Non ulula più alla luna piena frasi d’amore

E’ sparito chissà dove per non far pena -

Vorrei fosse così anche per me:

morire lontano perché nessuno sappia

di quando la vita mi teneva alla catena.

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